Pogacar come Pantani: il Tour de France è nelle sue mani
Più che a una gara di ciclismo sembra di essere al concerto di una rockstar; e la rockstar attesa e idolatrata da tutto il pubblico era lui Tadej Pogacar! Arriva dalla Slovenia il fuoriclasse del ciclismo moderno, ma è amato dal popolo del ciclismo di tutto il mondo, come Federer per il tennis o Messi per il calcio, tutti si aspettano da lui, gli scatti, gli attacchi, le vittorie nelle gare che hanno fatto la storia di questo sport, e che Pogacar onora in maglia Rosa a maggio e in maglia Gialla a luglio. Il primo è stato Coppi, l’ultimo 25 anni fa’ Pantani, a fare l’accoppiata di vittorie Giro d’Italia e Tour de France nello stesso anno e già solo l’accostamento a questi 2 miti fa’ capire di cosa stiamo parlando.
Questa era la tappa più attesa del Tour de France, la 19ma da Embrun a Isola 2000, 144 km con 4400 metri di dislivello, con le salite del Col de Vars, Col della Bonette (quota 2802 la più alta delle Alpi) e Isola 2000, tutte e tre sopra i 2000 metri.
Che Pogacar voglia fare il numero, mettere il sigillo al Tour era facile da pensare, dopo 3 settimane di ritiro proprio a Isola 2000. Ma in tanti avevano messo nel mirino questa tappa. Ecco quindi che nella fuga di giornata ci sono nomi eccellenti, da Jorgenson a Kelderman, da Carapaz a Yates a Hindley. Carapaz passa in testa alla Bonette e va a conquistare la maglia a Pois di miglior scalatore, in discesa il vantaggio aumenta, perché i fuggitivi tirano come forsennati e gli UAE di Pogacar stanno davanti ma non rischiano. Quando scatta l’americano del Visma Jorgenson, sembra quasi fatta per lui, chiaramente in fuga per vincere la tappa e non per aiutare Vingegaard. Ma non aveva fatto i conti con l’alieno vestito di Giallo che arriva dalla Slovenia. Pogacar scatta ai -8,7 km dall’arrivo, Vingegaard non ha risposto ed Evenepoel è riuscito appena a seguirlo per qualche pedalata, prima di desistere. Qui si è capito che il danese ha abdicato e pensa al secondo posto sul podio di Nizza, difendendosi dagli attacchi di Remco Evenepoel. Tadej Pogacar ha acceso il turbo, recuperando 20 secondi al chilometro su chi stava davanti, Jorgenson è stato raggiunto e saltato a -1,8 km, di qui in poi “Pogi” ha continuato a mulinare le gambe ma con il sorriso sulle labbra, fino all’inchino sul traguardo per festeggiare la quarta vittoria di tappa, che come al Giro è il suo sigillo al Tour.
Secondo si è piazzato Jorgenson a 21″, terzo Yates a 40″. In classifica generale Pogacar rifila un altro minuto e quaranta agli avversari, ora Vingegaard è secondo a 5’03”, terzo Evenepoel a 7’01”. In chiave azzurra giornata difficile per Giulio Ciccone che riesce a rimanere nella top ten, ma con un distacco ora di 22’46”.
Domani ultima tappa di montagna, da Nizza al Col de la Couillole, 132,8 chilometri e 4500 metri di dislivello, prima della crono finale di domenica a Nizza.